Nuovo itinerario di fede “L’Adito della Sapienza Contadina”

L’IDEA
E’ stato Don Gaudenzio Martini, parroco di Forno ed ex priore di Beura e Cosasca, a benedire gli itinerari escursionistici “Tra i Ciottoli della Fede” e “L’Adito della Sapienza Contadina”.
Del primo vi avevamo raccontato la genesi e la dislocazione territoriale. La benedizione finale, impartita ai luoghi di culto, ove un tempo si svolgevano antichi momenti di preghiera, è stato l’istante conclusivo che ne ha ufficializzata l’apertura. Purtroppo le regole legate al covid 19 non hanno consentito la partecipazione a tutti gli escursionisti. Solamente i volontari e gli stretti collaboratori dell’Associazione hanno potuto partecipare alla cerimonia.
L’Adito della Sapienza contadina è invece un nuovo itinerario ad anello, dislocato interamente nel territorio di Villadossola, nato dalla collaborazione tra il CST Novara – VCO e l’Associazione Culturale Giovan Pietro Vanni. La partecipazione al bando “Servizi CST 2021” ha, infatti, permesso a quest’ultima d’intraprendere la segnalazione e la posa di opportuna cartellonistica esplicativa lungo un itinerario atto a valorizzare l’antica sapienza contadina.
Alla curiosità del viandante e al desiderio di conoscenza sono idealmente affidati la memoria storica del passato e il sapere contadino di un tempo. Tale cultura è propria di coloro che nei secoli hanno pianificato il territorio montano.
La cultura agreste, tramandata di generazione in generazione, ha rappresentato nel corso dei millenni l’unica forma di sostentamento per gli uomini di montagna. Scopo dell’itinerario è far riscoprire al camminatore la ricchezza del sapere campagnolo e affidarle il compito di tramandarla. Purtroppo le grandi trasformazioni economiche e culturali del secolo scorso hanno depauperato tale conoscenza e contribuito all’abbandono della montagna. All’escursionista, più che a ogni altro, è demandato il compito di conservare e trasmettere questo ingente capitale culturale. Fortunatamente il graduale ritorno alla montagna ha riconciliato l’ambiente con la memoria. Ciò lascia ben sperare. E lo scopo di questo percorso è favorire tale riconciliazione.
Dall’Associazione Culturale arriva un ringraziamento corale a tutti quelli che hanno contribuito affinché il percorso abbia potuto vedere la luce. Inoltre i cartelli posti lungo l’itinerario sono esplicativi dei siti archeologici e naturalistici ivi presenti. Il sentiero, oltre a essere adeguatamente segnalato è anche agibile e sicuro. I volontari, infatti, hanno provveduto allo sfalcio delle erbe infestanti e al taglio degli alberi che ne ostruivano la percorribilità.
Grazie va soprattutto rivolto a Bruno Pavesi e Angelo Pellegrini. Utile è stata la loro manodopera prestata in occasione della posa dei cartelli e della segnalazione del tracciato. A essi va inoltre riconosciuto il merito d’aver mantenuto efficiente il percorso da quando nel 2010 fu rinvenuto l’antico dolmen dell’Alpe Munzel.
Di fondamentale importanza anche il sostegno fornito dal CST Novara – VCO. Vincente è l’idea di sostenere le piccole organizzazioni senza finalità di lucro, sia nella condivisione di attività a favore del territorio provinciale, sia per voler prestare attenzione al mondo del volontariato. Purtroppo l’alto numero di progetti promossi dal bando ha fatto venir meno le risorse per la stampa del libretto illustrativo da regalare agli escursionisti. Si spera di recuperarle altrove.
Pier Franco Midali, presidente del sodalizio manifesta soddisfazione per la riuscita del progetto: “L’economia alpestre – dichiara – era basata sull’attività agricola e sulla figura dell’alpigiano, maschio e femmina, che la praticava per una reale esigenza di sopravvivenza.
Le condizioni di vita erano miserevoli. Nonostante ciò la dignità nell’affrontare il duro lavoro e sopportare la fatica era encomiabile. Essere riusciti a evidenziare gli sforzi profusi dai progenitori nell’opera di pianificazione di quest’angolo di territorio, è per noi motivo di soddisfazione”.
 
IL PERCORSO
L’itinerario escursionistico in questione ha un tracciato che è possibile compiere in circa due ore e mezzo di cammino. E’ adatto a tutti i viaggiatori, anche a chi non ha uno specifico allenamento. Il dislivello è assai contenuto. Si tratta di un continuo saliscendi con pendenze che non superano i duecentocinquanta metri di quota.
Il percorso proposto vuole essere per il viandante occasione d’incontro con l’antico sapere della civiltà contadina.
Si snoda interamente sul territorio del Comune di Villadossola e s’immerge tra le antiche tradizioni del passato campagnolo delle genti che presidiarono l’imbocco della Valle Antrona. Un cammino da percorrere con gli scarponi ai piedi e il pensiero volto a compiere un salto a ritroso nella vita contadina del passato, prima che questa possa essere dimenticata.
Sebbene l’alimentazione dei nostri progenitori fosse costituita dai soli prodotti agricoli, e quindi di scarsa varietà, la genuinità dei frutti della terra garantivano loro una salute di ferro. Oltre a pensare al fabbisogno domestico, le famiglie di un tempo dovettero anche provvedere anche al sostentamento della Chiesa locale. La Decima era, infatti, una tassa da versare alla Pieve di San Bartolomeo cui spettava, come rimarcato dal nome della gabella, un decimo del raccolto.
I cartelli, posti lungo il percorso, evidenziano le caratteristiche del prezioso lavoro svolto per favorire l’attività agreste e pastorale. L’itinerario ha origine e termine nella località Casa dei Conti, il cui centro abitato è appena scostato dalla Strada Provinciale 67 della Valle Antrona.
Il passato della frazione è davvero antichissimo. Due pergamene, una del 1259 l’altra del 1333, ritrovate dallo storico Tullio Bertamini, parlano di un nobile casato locale, la famiglia Conti, ivi insediatasi. Non era strano, infatti, trovare in passato famiglie benestanti che intravidero la possibilità di diventare proprietari terrieri quale segno d’influenza politica, economica e sociale.
La famiglia gentilizia dei Conti costruì la strada che conduce alla frazione partendo dalla località Riale.
Scolpirono nella roccia cinquantotto gradini le cui dimensioni, cm. 160 x 35, ne evidenziano la rilevanza. Il sentiero che corre ai margini della frazione, diviene poi un selciato e nel piano di calpestio si trova una grossa pietra con inciso le orme di due piedi contrapposti.
La selce fungeva da antico segnavia per viandanti e frazionisti che utilizzavano il sentiero per trasportare nelle abitazioni, nei disimpegni e nei campi, la legna, i prodotti della terra, il letame e altre masserizie.
L’Adito della Sapienza Contadina, dopo aver lasciato Casa dei Conti, perviene a Cà Lidan, Cima Sasso e prima di raggiungere l’Alpe Munzel incrocia l’antica mulattiera che raggiunge Sogno. Questo primo tratto di percorso è denominato il “Sentiero dei Campi -Percorso Poetico”. Tale richiamo è dovuto alla presenza di cartelli recanti antichi detti popolari, posti ai margini della strada.
Un tempo le mulattiere, a differenza dei normali sentieri, erano mantenute efficienti quasi fossero vere e proprie strade primarie. Dovevano garantire il transito delle mandrie e prevedere, ove ve ne fosse la necessità, l’incrocio con chi le utilizzava in senso inverso. Oggi, purtroppo, non cogliamo più l’utilità di questi
percorsi. Camminare è diventato un passatempo e non una necessità. Le mulattiere il più delle volte sono anche distrutte per lasciare spazio alle strade carrabili. L’incuria, dovuta all’abbandono della montagna, ha reso inagibili gran parte di questi preziosi manufatti. Per questo è opportuno valorizzare e segnalare quelle rimaste.
 

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