COMUNE DI BORGOMEZZAVALLE

nato nel 2016 dalla fusione dei comuni di Seppiana e Viganella 

Proseguendo la strada provinciale che risale la Valle, a qualche chilometro da Montescheno si incontra prima del 2016 il comune di Seppiana. E’ composto da due frazioni Camblione San Rocco e Galliano, entrambe caratterizzate dalle antiche case in pietra, delle quali alcune disabitate. Un intervento di recupero è gia in atto, e la ristrutturazione è molto attenta alle caratteristiche originarie dei borghi.

Seppiana, chiamata anticamente “Silva Plana”, era una frazione di montescheno fino al 1956, quando divenne comune indipendente. La popolazione è dedita all’agricoltura o impiegata nell’industria a Villadossola. Merita una visita l’antica chiesa di Sant’Ambrogio, uno dei monumenti architettonici più notevoli di tutta la vallata.

Costruita in posizione centrale nella Valle, doveva servire ai fedeli di tutte le frazioni quando la comunità antronese, intorno alla prima metà del secolo XI, divenne troppo numerosa per confluire nella chiesa plebana di Villa (oggi San Bartolomeo).

Degli elementi ancora visibili, il campanile, gli archetti murati e le decorazioni in marmo, gli studiosi hanno ricostruito l’antica architettura romanica, a navata unica, con abside semicircolare e muri in pietra a vista. Il rifacimento più importante avvenne nel ‘600, quando la chiesa fu ampliata, arricchita di cappelle dedicate ai vari santi, tra cui San Rocco protettore della peste, e di ornamenti lignei di eccezionale fattura. Tra questi si possono ammirare l’altare ligneo scolpito e dipinto della Madonna del Rosario, opera di Giorgio De Bernardis (purtroppo depauperato dai ladri), diversi reliquiari e dorati di Giulio Gualio da Antronapiana, e uno stupedo armadio in noce scolpito nella sagrestia opera di Gualio.

Anche a Seppiana rimangono in auge feste religiose basate su antiche consuetudini. Il 6 gennaio, per l’Epifania, si tiene la sacra rappresentazione detta “del Gelindo”, dal personaggio che la introdusse nel ‘700. Tutti gli abitanti si mobilitano in qualità di attori per rappresentare l’adorazione dei pastori e dei Magi alla culla del Bambino Gesù. L’ultima domenica di Luglio si tiene l’”butani di San Giacomo”, che parte all’alba dalla chiesadi Seppoiana, sale ai 1600 metri dell’Alpe Colma, attraversa il Pizzo Castello e giunge all’Alpe San Giacomo dove viene celebrata la Santa Messa nella bella chiesetta del XII secolo. Qui c’e l’incontro con gli abitanti di Villadossola e Pallanzeno. Al ritorno si consuma un’allegra cena all’aperto all’Alpe Crotto,, poi si rientra nella chiesa di Seppiana per una cerimonia di ringraziamento. Il 14-15-16 agosto per la festa di San Rocco si svolge lungo le vie del paese ornate di fiori la processione del Santo e la benedizione dei bambini. Seguono manifestazioni sportive, gare di ballo e una sagra gastronomiva a base di piatti locali. Il 7 dicembre, Sant’Ambrogio, ha luogo la sfilata in costume tipico e il “pranzo del Patrono”, presso la sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti Reduici, dove vengono serviti piatti tradizionali: polenta e agnello, crescenzin, castagne “della riscera”, vin bruschet e altro. Poco cammino per ritrovarsi tra i boschi all’Alpe Zii, un’ora di passeggiata per arggiungere uno splendido alpeggio circondado da boschi e baite.

Prima del 2016 era un comune composto da varie frazioni, sparse su un ripiano del torrente Ovesca. Le frazioni che lo compongono sono Rivera, di aspetto moderno, posta lungo la provinciale, Cheggio con antiche case di Pietra, Bordo dove risiede una comunità Buddista, Prato anch’essa moderna, Ruginetta oltre il fiume, disabitata, e Terzo fuori, molto vicina a San Pietro Schieranco.
In passato il paese fu il centro dell’attività estrattiva e lavorativa del ferro; le vecchie miniere di Ogaggia tutt’oggi raggiungibili con un sentiero che parte del centro di Viganella. Importante testimonianza dell’economia del paese sono i vecchi forni comunali per il pane, presenti in tutte le frazioni, il più grande dei quali è a Viganella è stato restaurato e viene usato periodicamente nelle feste patronali.
La chiesa parrocchiale è intitolata alla Natività di Maria Vergine; è d’epoca seicentesca, e conserva un bel battistero classico e sei grandi quadri di argomento mariano, opera settecentesca del Borgnis di Craveggia.
Anche in questo comune le feste in onore dei santi patroni sono il culmine della vita sociale e riportano in vita antiche tradizioni. L’8 settembre, Natività di Maria, si tiene una grande processione in costume tipico con la partecipazione dei gruppi folkloristici di tutta la Valle.
Il 2 febbraio, Candelora, viene festeggiata la “pescia”, una manifestazione che ricorda molto la “rama” di Seppiana. La “pescia” è un albero addobbato di doni che viene portato in chiesa per la benedizione. I doni sono poi messi all’asta in piazza per beneficenza. C’è poi l’importante “butani” all’Alpe Cavallo la domenica prima di ferragosto.
A Viganella è possibile gustare una schietta cucina alpina basata su ingredienti genuini: tra i semplici, ma saporiti piatti locali ricordiamo i “gratitt”, una polenta cotta in poca acqua e mescolata pazientemente fino ad ottenere un impasto granuloso di gusto delicato, e il “mazafam”, un piatto unico con patate e farina di mais, ferequente nelle rigide serate invernali. Da provare il “fior”, un prodotto caseario ottenuto dalla cagliata del latte prima di estrarre la ricotta che si usa per condire le patate o la polenta.
Una facile camminata di tre ore tra i boschi di conifere con vedute panoramiche degli alpeggi è offerta dalla gita all’Alpe la Colma, attraverso gli alpeggi di Alberina, Alpe Piana e Alpe Prei.
Molto bello è anche l’itinerario Viganella – Alpe Cavallo , escursione di due ore che transita per le vecchie miniere di Ogaggia e per gli alpeggi di Barco, Piazzana, Pianezza e Beula.

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