Il dramma sacro popolare viene rappresentato dagli abitanti del paese il 6 gennaio nella chiesa a Seppiana. Il Gelindo di Seppiana trae spunto da un testo della rappresentazione tipica piemontese. Gelindo è un ingenuo e onesto contadino che si muove anacronisticamente tra Seppiana, Domodossola e i luoghi sacri del racconto evangelico ufficiale. Viene portata in scena la natività di Gesù, vissuta dal pastore Gelindo e dalla sua famiglia.
La rappresentazione ogni anno mette alla prova la creatività degli abitanti che mescolano al testo del vangelo con le vicende del quotidiano raccontate nel dialetto Seppianese. “La rappresentazione del Gelindo in valle risale alla metà del del 1800 poi dal 1960 ci fu un’interruzione”. Fu il parroco don Luigi Tramonti nel 1967 a voler riprendere la tradizione e siccome il testo in dialetto era andato perduto tramite il cappellano della Rai riuscì a recuperare il testo, furono poi gli anziani a tradurlo nel dialetto locale. La festa si conclude con l’ingresso dei magi sulle note della canzone “Siamo i tre re” e con l’incanto delle offerte in chiesa.