Nessuno dei comuni della Valle è monocentro, ma tutti sono formati da gruppi di frazioni più o meno estese: da qui la peculiare costruzione delle case di abitazione che varia da luogo a luogo. V’è però un tipo caratteristico di costruzioni edile proprio della valle e che non si riscontra in nessun altro luogo dell’Ossola Superiore.
Le case, a pianta quadrata, o più spesso rettangolare, sono costruite con grossi blocchi parallelepipedi raramente uniti con calce. La copertura è fatta di pesanti lastroni di beola sostenuti da robuste capriate di quercia e abete; il prospetto della facciata è quasi sempre volto a meriggio. Gli stipiti delle porte, assai ampie e gli architravi sono formati da massicci lastroni di pietra posati a fascia; le finestre piccole e rare munite di grosse feriate rozzamente lavorate. Ogni casa è munita di ballatoio in legno. Esemplari del ‘500 e ‘600 si possono ancor vedere a Sogno di Villa, a Montescheno, a Seppiana, a Locasca.
Al pianterreno è la cucina, chiamata per antonomasia kà (cià ad Antronapiana), con ampia caminata. In qualche casa di fronte o a tergo della cucina è un tinello riscaldato dalla tradizionale stufa di laveggella. Si accede al piano superiore per una scala in pietra, o più comunemente di legna. Ivi sono le stampe con patriarcali lettiere in legno. Il letto si prepara con un gran sacco di tela, bisacca riempito di foglie secche di faggio, fòi , con guanciali di lana e coperte di lana e cotone assai grossolane. Mobile necessario di ogni stanza è un’ampia cassapanca da riporvi la biancheria.
Viene poscia il sottotegolato, stèrni, aperto a meriggio, che serve di ripostiglio. Parecchie case sono voltate al pianterreno. Annessa alla casa è quasi sempre una cantina. Ciascuna frazione possiede poi in comunione un forno a sistema arcaico per cuocervi il pane di biada.
Antronapiana si distingue per un genere di abitazioni tutto proprio. Le case piccole e basse, di cui alcune formate dal solo pianterreno, che serve da cucina, stanza da letto e talora anche da stalla. Si notano pure ad Antronapiana alcuni esemplari di case tutte in legno che ricordano le ben note costruzioni alpine della vicina Svizzera.
Sono anche da ricordare le stalle seminate qua e là sui monti e sui gli alpi della Valle. Il pianterreno serve di ricovero al bestiame, e la parte superiore compresa nell’angolo delle capriate di ripostiglio del fieno. Nei casolari alpini, casèer, il piano terreno è adibito alla lavorazione del latte, e la parte più a monte a deposito del latte e dei frutti del caseificio. Il sottotegolato forma il giaciglio dei poveri alpigiani. Nessuna di queste casere è munita di camino; il fuoco si accende in un angolo e il fumo esce dai fori dei muti a secco del tetto.