Lana    
 

Da

"DER DIALEKT DES ANTRONATALES"

di Nellie Nicolet 1929

  Espressioni registrate in
Antronapiana 2009/2013
 
     


 

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Mezzalana era quello con cui facevano i vestiti le donne e i pantaloni di mezzalana degli uomini di una volta... però facevano quei pantaloni per andare dietro (alla ricerca) alle capre e così ...
Canapa e lana insieme che facevano mezzalana.

     
       
      La parte che segue è stata ricostruita facendo riferimento al volume "La lana, il fieno" edito dall' Associazione SOS Cultura Antronese per la 4a rassegna di cultura materiale (Antronapiana 7-22 agosto 1982)


 

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Per avere la lana è necessario tosare le pecore con le forbici per la tosatura.
Questo si fa due volte all' anno: in primavera, nei mesi di marzo o aprile, ed alla fine dell' estate, nell' ultima decade di agosto o al massimo nella prima quindicina di settembre.

 

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Bisogna tosare in calo di luna perché altrimenti nella lana viene dentro la tarma, si tarla

 

     


 

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Quando si deve lavorare la lana, si comincia a dipanare con le mani per  rompere i grumi ( sciogliere i nodi, districare e allineare le fibre) dato che si utilizza la lana così come risulta dalla tosatura cioè a mucchietti e sporca anche di letame.

 

   

 

     






 

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Per dipanarla ancora meglio poi si usano gli scardassi.
Una volta dipanata la lana, si compone il "pandzól" e si lega la lana sulla rocca.

     


 

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Si prende la rocca e o con il filatoio o con il fuso, si fila lana.
Filare sul filatoio oppure filare con fuso e rocca.

     




 

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Poi si prendono tre fusi o tre spole a seconda se si è usato il filo o il filatoio, e si torcono i tre fili unendoli in un gomitolo (fritsel: questo termine è riferito più al filo per tela).
Si può fare anche al contrario: preparare i gomitoli con un solo filo e poi usare il fuso o il filatoio per torcerli: intrecciare i fili sul fuso oppure intrecciare i fili sul filatoio.

     




 

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Si prepara una matassa con l' aspo a mano e si mette da lavare

     


 

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Per rifare il gomitolo si dipana il filo con le braccia o dipanandolo (giù) dal guindolo.

     
   

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In base al (numero dei) capi ne esce il filo da un capo che va bene per fare le coperte, il filo da due capi  per fare calze e solette, il filo da tre capi per fare ancora calze, maglioni o gambaletti ed il filo da quattro capi per fare maglioni

       
       
      La seguente registrazione, essendo frutto di un collage, risulta piuttosto confusa sui procedimenti seguiti da chi ordiva il telaio, ma può essere utile per rilevare alcune espressioni
     

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  Dodici era tutto il guindolo: tutta la ruota era piena
Oh ma quella Caterinetta di Rosa doveva essere proprio ..... devono essere proprio specializzati  ... perché ... cominciava ad ordire ... io ordire non so perché avevano poi tutti i loro fusi che giravano ... la tela era larga così magari 60 ... io avevo la tela da 60 cm... quella bassa sai ... perché avevo il pettine così no. Poi quando la avvolgevi sulla ruota  ... dovevi stare attento perché metteva dentro il pettine su quella coda lì perché c'erano tutte le sue trecce come un dito ... e quelle trecce dovevi metterle tutte nel pettine ...... guai un filo di qua guai un filo di là. Poi lei tirava giù quel pettine lì poi la ruota girava, girava. C'era una che girava sempre solo piano e l' altra sempre pettinarla perché la ruota doveva essere bella spianato il filo perché se andava da una parte la "tessiva" ,..... sai cosa vuol dire "tessire"? Tessire (significava che) andavi avanti da una parte e dall' altra parte (e) la tela era rovinata ... era sprecata ... allora se era ben ... tutta ben distesa ....la tela veniva tutta distesa  ...ottenevi  il pezzo della tela speciale. Anzi tante volte si doveva essere anche capaci, a me aveva insegnato la mammma, quando picchiavano la navetta dovevi stare attento di non lasciar fuori gli spigoli e neanche di tirarla altrimenti poi veniva dentro o fuori. C'era una zeppa di ferro ... lunga così ....Ogni tot che la facevi così la spostavi, giravi la ruota con il tuo fuso e rimettivi di nuovo la zeppa che allora la tela stava bella larga ... e poi avanti. A me piaceva dentro lì
(indica il locale dove espletava queste operazioni) fruc, fruc. Ero proprio un demonio

       
       
       
       
   

 

 

 


           Strumento