MRV Mezzalana era quello con cui facevano i vestiti le donne e i
pantaloni di mezzalana degli uomini di una volta... però facevano quei
pantaloni per andare dietro (alla ricerca)
alle capre e così ... Canapa e lana insieme che facevano mezzalana.
La parte che segue è stata ricostruita facendo riferimento al volume "La lana, il
fieno" edito dall' Associazione SOS Cultura Antronese per la 4a
rassegna di cultura materiale (Antronapiana 7-22 agosto 1982)
LGR Per avere la lana è necessario tosare le pecore con le
forbici per la tosatura. Questo si fa due volte all' anno: in primavera, nei mesi di
marzo o aprile, ed alla fine dell' estate, nell' ultima decade di agosto o al
massimo nella prima quindicina di settembre.
LGR Bisogna tosare in calo di luna perché altrimenti nella lana viene dentro la tarma,
si tarla
LGR
Quando si deve lavorare la lana, si comincia a dipanare con
le mani per rompere i grumi (
sciogliere i nodi, districare e allineare le fibre)
dato che si utilizza la lana così come risulta dalla tosatura cioè a
mucchietti e sporca anche di letame.
LGR
Per dipanarla ancora meglio poi si usano gli scardassi.
Una volta dipanata la lana, si compone il "pandzól" e si lega la
lana sulla rocca.
LGR
Si prende la rocca e o con il
filatoio o con il fuso, si
fila lana. Filare sul filatoio oppure filare con fuso e rocca.
LGR
Poi si prendono tre fusi o tre spole a seconda se si è usato
il filo o il filatoio, e si torcono i tre fili unendoli in un gomitolo
(fritsel: questo
termine è riferito più al filo per tela). Si può fare anche al contrario: preparare i gomitoli con un
solo filo e poi usare il fuso o il filatoio per torcerli: intrecciare i fili
sul fuso oppure intrecciare i fili sul filatoio.
LGR
Si prepara una matassa con l' aspo a mano e si mette da lavare
LGR
Per rifare il gomitolo si dipana il filo con le braccia o
dipanandolo (giù) dal guindolo.
LGR
In base al (numero dei) capi ne esce il filo da un capo che
va bene per fare le coperte, il filo da due capi per fare calze e
solette, il filo da tre capi per fare ancora calze, maglioni o gambaletti ed
il filo da quattro capi per fare maglioni
La seguente registrazione, essendo frutto di un collage, risulta piuttosto
confusa sui procedimenti seguiti da chi ordiva il telaio, ma può essere
utile per rilevare alcune espressioni
MRV Dodici era tutto il guindolo: tutta la ruota
era piena Oh ma quella Caterinetta di Rosa doveva essere proprio .....
devono essere proprio specializzati ... perché ... cominciava ad
ordire ... io ordire non so perché avevano poi tutti i loro fusi che
giravano ... la tela era larga così magari 60 ... io avevo la tela da 60
cm... quella bassa sai ... perché avevo il pettine così no. Poi quando la
avvolgevi sulla ruota ... dovevi stare attento perché metteva dentro
il pettine su quella coda lì perché c'erano tutte le sue trecce come un dito
... e quelle trecce dovevi metterle tutte nel pettine ...... guai un filo di
qua guai un filo di là. Poi lei tirava giù quel pettine lì poi la ruota
girava, girava. C'era una che girava sempre solo piano e l' altra sempre
pettinarla perché la ruota doveva essere bella spianato il filo perché se
andava da una parte la "tessiva" ,..... sai cosa vuol dire "tessire"?
Tessire (significava che) andavi avanti da una parte e dall' altra parte (e)
la tela era rovinata ... era sprecata ... allora se era ben ... tutta ben
distesa ....la tela veniva tutta distesa ...ottenevi il pezzo
della tela speciale. Anzi tante volte si doveva essere anche capaci, a me
aveva insegnato la mammma, quando picchiavano la navetta dovevi stare
attento di non lasciar fuori gli spigoli e neanche di tirarla altrimenti poi
veniva dentro o fuori. C'era una zeppa di ferro ... lunga così ....Ogni tot
che la facevi così la spostavi, giravi la ruota con il tuo fuso e rimettivi
di nuovo la zeppa che allora la tela stava bella larga ... e poi avanti. A
me piaceva dentro lì (indica il locale dove
espletava queste operazioni) fruc, fruc. Ero
proprio un demonio